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COME IMMAGINANO I CONSIGLIERI DEI CDMRR LA SCUOLA DEL FUTURO: PROPOSTE E RIFLESSIONI

Da quando avevamo lanciato, ai primi di marzo, l’invito ai bambini e ai ragazzi di scrivere le lettere da pubblicare su questo sito web e sulla pagina FB del gruppo ConsigliaMI, sono arrivate tantissime mail e disegni che abbiamo pubblicato, rendendo visibile il pensiero dei bambini e dei ragazzi.

Quelle lettere hanno raccontato come i bambini e i ragazzi hanno vissuto questo lungo periodo di quarantena.

Ora vorremmo fare un passo in avanti, già iniziato negli incontri di Consiglio con i ragazzi e con l’audizione dei consiglieri dei CdMRR nelle Commissioni congiunte Educazione, Innovazione, Pari Opportunità del Comune di Milano. Abbiamo chiesto ai bambini e ai ragazzi di esprime il loro punto di vista originale, le loro proposte su due temi in particolare: quello della scuola e quello del tempo libero. Sono tematiche che rimandano a due importanti diritti sanciti dagli articoli 28, 29 e 31 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, particolarmente toccati in questo periodo di emergenza sanitaria.

 

Le scuole chiuse sono una ferita per tutti, manca una dimensione sociale fondamentale […] come sarà il mondo di domani dipenderà in grande misura da voi, studenti di oggi, dalla vostra capacità di immaginarlo, progettarlo, viverlo. [Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica].

 

Immaginare e progettare il mondo di domani, a partire dalla scuola, è per i bambini e i ragazzi un diritto e un dovere a cui deve corrispondere il dovere degli adulti di ascoltarli e di recepire le loro istanze per un cambiamento collettivo della scuola. Finora i bambini e i ragazzi hanno dimostrato e stanno dimostrando una grande responsabilità e un costante impegno: ci auguriamo, e abbiamo fiducia, che anche gli adulti che hanno la responsabilità politica del cambiamento siano all’altezza e valorizzino il contributo dei cittadini più giovani.

Intanto iniziano ad arrivare le prime lettere. Ecco quella di Matteo, qui di seguito.

 

Dopo circa tre mesi di quarantena e di isolamento, in cui ho fatto lezioni via Internet da casa, posso affermare che la didattica a distanza non mi è piaciuta assolutamente perché mi sono sentito solo senza i miei compagni, senza il calore, l’empatia e lo sguardo delle mie maestre, senza l’affiatamento e la complicità che c’è in classe. Inoltre a casa ci sono troppe distrazioni e non riesco a mantenere la concentrazione. Vedere solo i visi dei miei amici lontani e sentire le loro voci attraverso le piattaforme virtuali non ha riempito la mia solitudine perché spesso la connessione ha giocato brutti scherzi, escludendomi dal gruppo.
A Settembre riprenderà la scuola e sono molto preoccupato al pensiero di ritrovarmi in una classe stipata di banchi e di bambini, di fare ricreazione nei corridoi affollati di compagni giocosi, di ammassarsi verso l’uscita al suono della campanella di fine giornata. Tutta l’allegria, l’energia e la vitalità che caratterizzano le scuole ora sono pericolosamente inaccettabili dopo l’esperienza della pandemia.

Penso che le proposte di dividere le classi e fare lezione in parte a scuola e in parte da casa, oppure al mattino o al pomeriggio creino molti problemi organizzativi sia agli insegnanti che ai genitori, soprattutto a quelli che lavorano e che non hanno la possibilità di accudire i figli, lasciandoli soli a casa. Vorrei quindi a settembre ritrovare in classe tutti i miei compagni e fare lezione con orari normali, ovviamente osservando regole precise di distanziamento tra i banchi e di sanificazione quotidiana delle aule. Potremmo presentarci a scuola con il capo coperto da caschi trasparenti e traspiranti, con il gel igienizzante sempre presente su ogni banco per essere protetti, disinfettati e così non correre rischi.
Le lezioni si potrebbero tenere anche all’aperto nelle strutture scolastiche che godono di ampie parti esterne o di giardini esclusivi o giardini pubblici nelle vicinanze, ma il problema sorgerebbe nelle giornate invernali o di brutto tempo. Propongo quindi di rendere utilizzabili tutti gli spazi comuni degli edifici scolastici, di allestire zone didattiche, separabili tra loro con pareti mobili, nelle palestre, negli auditorium, negli atrii, nei corridoi e nei locali mensa.
Per le classi che fanno un orario a tempo pieno consiglio di permettere agli alunni di portarsi il cibo da  casa, consumandolo sul proprio banco per evitare l’assembramento e la confusione dei refettori.
Il mio sogno è quello che a Settembre il maledetto Coronavirus sia stato sconfitto e non faccia più paura e che sia stato trovato un vaccino che ci renda forti e ci permetta di ritornare alla vita normale.
Tengo le dita incrociate!
Ecco il progetto del casco protettivo

Matteo

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Anonimo (scuola Primaria)

E’ ora che i grandi pensino a noi bambini. Ci hanno dimenticato! Non hanno organizzato niente per noi nè nella scuola (i miei libri sono ancora a scuola) nè per giocare.

Quando la scuola verrà riaperta sarà diversa, nel senso che le lezioni saranno a rotazione, cioè solo alcune classi per un paio di giorni. Solo al mattino oppure al pomeriggio. E così si mangia a casa che è meglio!

I banchi in classe vanno separati come quando facciamo le verifiche.

Nel mio tempo libero spero di poter giocare con i miei amici, a distanza certo, ad esempio a frisbee.

Nel giardino della nostra scuola si potrebbe costruire una casetta di legno dove fare lezione.

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